Tumore al seno avanzato HER2- e HR+: la combinazione Everolimus più Exemestano prolunga la sopravvivenza libera da progressione


Una sottoanalisi dello studio BOLERO-2 ( Initial Breast Cancer Trials of OraL EveROlimus-2 ) ha mostrato che l'aggiunta di Everolimus ( Afinitor ) a Exemestano ( Aromasin ) può prolungare in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) in un sottogruppo di pazienti in postmenopausa con tumore al seno avanzato HER2-negativo e positivo ai recettori ormonali ( HR ) che al basale avevano un carcinoma lobulare invasivo.

Il risultato è una conferma di quanto già osservato nella popolazione complessiva dello studio, uno studio multicentrico di fase III, randomizzato e in doppio cieco, che ha valutato gli effetti dell’aggiunta di Everolimus ( 10 mg/die ) a Exemestano ( 25 mg/die ) in un gruppo di donne con un tumore al seno avanzato HER2- e HR+, in recidiva o in progressione durante una terapia con un inibitore dell’aromatasi non-steroideo.

Sono stati presi in esame i dati relativi a 104 pazienti che presentavano un carcinoma lobulare invasivo.
La coorte comprendeva donne con metastasi prevalentemente peritoneali, gastrointestinali e ovariche.

Tutte le partecipanti erano state trattate con Exemestano, in aggiunta a Everolimus ( n=64 ) o a placebo ( n=40 ).
L'età media delle partecipanti era di 63 anni, e il 47,1% aveva una malattia misurabile. Il 36% presentava metastasi viscerali al polmone, al fegato, alla pleura e al peritoneo; il 10% aveva metastasi polmonari e il 23% metastasi epatiche.

Le pazienti trattate con Everolimus, in aggiunta a Exemestano, hanno mostrato una sopravvivenza senza progressione, mediana, significativamente più lunga rispetto a quella del gruppo trattato con il placebo ( 6.9 mesi versus 4.2; hazard ratio, HR = 0.59; IC 95%, 0.37-0.95 ).

Inoltre, nel gruppo Everolimus, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è risultato superiore ( 14.1% vs 0% ), così come quella di beneficio clinico ( 45.3% vs 30% ).

Anche nella popolazione complessiva dello studio, che comprendeva altre 556 pazienti con carcinoma duttale, è emerso un maggiore beneficio clinico con Everolimus rispetto al placebo ( 51.3% vs 26.4% ) e superiori tassi di risposta obiettiva ( 12.6% vs 1.7% ).

Le tossicità sono risultate paragonabili nei diversi sottogruppi e nella popolazione complessiva studiata.
Le reazioni avverse più comuni tra le pazienti con carcinoma lobulare invasivo trattate con Everolimus sono state: stomatite ( 50% ), diarrea ( 41% ), nausea ( 36% ), affaticamento ( 34% ) e rash ( 33% ). ( Xagena_2014 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2014

Xagena_Medicina_2014