Doxorubicina liposomiale non-pegilata in combinazione con Trastuzumab e Docetaxel come terapia di prima linea nel carcinoma mammario metastatico
Uno studio ha valutaro la cardiotossicità, la tossicità generale, e l'attività della Doxorubicina liposomiale non-pegilata ( Caelyx ), in combinazione con Trastuzumab ( Herceptin ) e Docetaxel ( Taxotere ) come terapia di prima linea nel carcinoma mammario metastatico.
Complessivamente, 31 pazienti con carcinoma mammario metastatico con sovraespressione del recettore del fattore di crescita umano 2 ( EGFR-2 ), che non avevano precedentemente ricevuto chemioterapia per la malattia metastatica, hanno assunto Doxorubicina liposomiale non-pegilata ( 50 mg/m2 ), Docetaxel ( 75 mg/m2 ) e Trastuzumab ( 2 mg/kg/settimana ) per un massimo di 8 cicli, seguiti da Trastuzumab da solo per un massimo di 52 settimane.
La cardiotossicità è stata definita come una riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra inferiore al 45%, o una sua diminuzione di almeno il 20% rispetto al basale.
La frazione di eiezione ventricolare sinistra media è stata mantenuta al livello di base anche nel sottogruppo di pazienti che avevano ricevuto precedentemente antracicline.
La cardiotossicità si è sviluppata in 3 pazienti durante i cicli di trattamento, e in 2 ulteriori pazienti dopo la fine dello studio. I più comuni eventi avversi sono stati tossicità ematologica, alopecia, astenia e febbre. Il miglior tasso di risposta generale è stato pari al 65.5%. Il tempo medio alla progressione è stato di 13 mesi.
In conclusione, la combinazione di Doxorubicina liposomiale non-pegilata, Docetaxel e Trastuzumab ha prodotto un’accettabile tossicità cardiaca e generale e una promettente efficacia come terapia di prima linea nel carcinoma mammario metastatico. ( Xagena_2010 )
Venturini M et al, Breast 2010; 19: 333-338
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