Tumore all'endometrio: Selumetinib, un inibitore delle MAP chinasi, non ha raggiunto gli endpoint


L’inibitore delle MAP chinasi Selumetinib non ha raggiunto gli endpoint principali di uno studio di fase II condotto in pazienti con tumore all’endometrio.

L’attivazione della via delle MAP chinasi ( MAPK ) ha un ruolo importante nelle proliferazione cellulare ed è frequente nel tumore all’endometrio.

E' stata valutata l’efficacia di Selumetinib, un farmaco che inibisce selettivamente MEK-1/2, nelle donne con tumore all’endometrio recidivato.

Lo studio di fase II, a singolo braccio e in aperto, ha utilizzato come endpoint principali il tasso di risposta e la sopravvivenza senza progressione ( PFS ) a 6 mesi.
Le pazienti erano eleggibili se il tumore era misurabile, se erano state trattate con almeno un regime chemioterapico, ma non più di due trattamenti precedenti e lo status di performance era 0-2.

Le partecipanti sono state trattate con 75 mg bid ( due volte al giorno ) di Selumetinib per via orale, somministrato tutti i giorni fino a progressione della malattia o alla comparsa di manifestazioni di intolleranza al farmaco.
La durata di un ciclo di terapia era di 28 giorni.

Lo studio ha arruolato 54 pazienti, delle quali 4 sono state escluse a causa di istologia errata, trattamento precedente improprio, patologia inadeguata o assenza di un trattamento precedente.
L’età media delle partecipanti era di 62 anni.
La classificazione istologica era nel 62% delle partecipanti di tipo endometrioide, nel 16% di tipo sieroso e nel 20% di tipo misto.
Il 36% delle pazienti presentava un tumore endometrioide di grado 1-2.
Il 30% delle partecipanti era stato precedentemente trattato con due regimi terapeutici citotossici.

In generale, il 6% delle pazienti trattate con Selumetinib ha ottenuto una risposta oggettiva ( una risposta completa e due risposte parziali ).
In 13 pazienti la risposta migliore era la stabilizzazione della malattia.

La percentuale delle pazienti con una sopravvivenza senza progressione a 6 mesi è stata del 22%.
La sopravvivenza libera da progressione media e la sopravvivenza generale media erano rispettivamente di 2.4 mesi e di 8.4 mesi.

Riguardo alla sicurezza di Selumetinib, gli eventi avversi di grado 3 e 4 attribuibili al farmaco e osservati in più del 5% delle partecipanti erano fatigue ( 14% ), anemia ( 10% ), edema alle estremità ( 8% ) e dispnea ( 6% ).
Durante lo studio si sono verificati 1 caso di infezione renale di grado 4 e 1 decesso dovuto alla progressione e alla disfunzione epatica.

Questi risultati hanno dimostrato che Selumetinib è generalmente sicuro nelle donne con tumore all’endometrio, ma il farmaco non ha raggiunto gli endpoint prespecificati di efficacia in queste pazienti.

Il cancro dell'endometrio, o del corpo uterino, origina dalle ghiandole della mucosa che riveste la cavità del corpo dell'utero. Questo tumore è, ora, quello più frequente dell'apparato genitale.
La mortalità per cancro dell'endometrio è notevolmente inferiore a quella per cancro dell'ovaio e della cervice.
Il tumore dell'endometrio si presenta soprattutto nella fascia di età compresa tra i 55 ed i 65 anni ( età media 61 anni ) e solo nel 20% dei casi prima che sia iniziata la menopausa. È invece raro ( 3-5% dei casi ) prima della quarta decade di vita.
Attualmente, in Italia, l'incidenza è di circa 10 tumori invasivi dell'endometrio all'anno ogni 100.000 donne. ( Xagena_2013 )

Fonte: Society of Gynecologic Oncology ( SGO ) Meeting, 2013

Xagena_Medicina_2013