Studio RIGHT Choice: il trattamento di prima linea con Ribociclib più terapia endocrina riduce il rischio di progressione o di mortalità del 46% nel carcinoma al seno avanzato HR+/HER2-


I primi risultati dello studio di fase 2 RIGHT Choice hanno evidenziato che nelle pazienti in pre-menopausa o peri-menopausa con tumore alla mammella aggressivo positivo ai recettori ormonali ( HR+ ) e HER2-negativo ( HR+/HER2- ), il trattamento di prima linea con l'inibitore di CDK4/6 Ribociclib ( Kisqali ) più la terapia endocrina può ridurre il rischio di progressione della malattia o di mortalità del 46% rispetto alla chemioterapia combinata.

Dopo un follow-up mediano di 24,1 mesi le pazienti trattate con la combinazione di Ribociclib e Letrozolo o Anastrozolo più Goserelin hanno mostrato una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana doppia rispetto a quelle trattate con la chemioterapia combinata: 24,0 mesi versus 12,3 mesi ( hazard ratio, HR 0,54; IC 95%, 0,36-0,79; P = 0,0007 ).

RIGHT Choice è uno studio multicentrico, randomizzato, in aperto, con l’obiettivo di valutare il trattamento con Ribociclib associato alla terapia ormonale in confronto alla chemioterapia combinata in donne in premenopausa / perimenopausa con cancro mammario avanzato HR+/HER2- e malattia aggressiva, in presenza di malattia rapidamente progressiva o pesantemente sintomatica, inclusa la crisi viscerale che può mettere in pericolo la vita delle pazienti.
Lo studio ha riguardato 222 pazienti che non avevano ricevuto un precedente trattamento sistemico per il tumore alla mammella avanzato, e presentavano una malattia misurabile.

Le partecipanti sono state assegnate in un rapporto 1:1 al trattamento con Ribociclib 600 mg somministrato per 3 settimane, seguito da una settimana senza trattamento, in combinazione con la dose standard di terapia endocrina ( n=112 ) oppure al trattamento con Docetaxel più Capecitabina, Paclitaxel più Gemcitabina oppure Capecitabina più Vinorelbina a scelta del medico ( n=110 ).

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione, mentre tra gli endpoint secondari vi erano il tempo al fallimento del trattamento ( TTF ), il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), il tasso di beneficio clinico ( CBR ), la sopravvivenza globale ( OS ), la sicurezza e la qualità di vita.

La maggior parte delle partecipanti aveva un’età superiore a 40 anni, e più della metà era costituita da donne asiatiche.
La maggior parte delle pazienti in entrambi i bracci presentava una positività per il recettore degli estrogeni ( ER ) non-inferiore al 50% ( 84,8% nel braccio Ribociclib versus 86,4% nel braccio di controllo ).
Anche le caratteristiche relative all’aggressività della malattia erano simili nel braccio Ribociclib e in quello di controllo per quanto riguarda la rapida progressione della malattia ( 20,5% vs 16,4% ), la malattia non-viscerale sintomatica ( 13,4% vs 14,5% ), le metastasi viscerali sintomatiche ( 66,1% vs 69,1% ) e la crisi viscerale ( 54,5% vs 50,0% ).

Al momento del cutoff dei dati, il 46% delle pazienti del braccio Ribociclib e il 24% di quelle del braccio di controllo erano in trattamento.

Il beneficio di sopravvivenza libera da progressione di Ribociclib associato alla terapia endocrina è stato osservato anche nella maggior parte dei sottogruppi presi in esame.
La chemioterapia si è dimostrata più efficace nel sottogruppo con una positività al recettore ormonale inferiore al 50%.

Il tempo mediano al fallimento del trattamento ( mTTF ) è risultato più lungo di quasi 10 mesi nel braccio Ribociclib versus braccio di confronto: 18,6 mesi vs 8,5 mesi ( HR 0,45; IC 95%, 0,32-0,63 ).

La combinazione con Ribociclib ha migliorato, rispetto alla chemioterapia, il tasso di risposta obiettiva, che è risultato del 65,5% versus 60,0%, anche se il tempo di risposta al trattamento è stato inferiore con la chemioterapia: 4,9 mesi vs 3,2 mesi.

La terapia di combinazione con Ribociclib è risultata associata a una minore tossicità rispetto alla chemioterapia.
Tra le 212 pazienti in cui si è valutata la sicurezza, eventi avversi gravi correlati al trattamento si sono verificati nell'1,8% delle pazienti trattate con Ribociclib e la terapia endocrina rispetto all'8% di quelle del braccio di confronto, e rispettivamente 0,9% versus 7,0% di questi eventi avversi sono stati di grado 3/4.

Gli eventi avversi correlati al trattamento di qualsiasi grado hanno richiesto l'interruzione della terapia nel 7,1% delle pazienti appartenenti al braccio Ribociclib versus 23,0% delle pazienti del braccio chemioterapia, mentre eventi avversi correlati al trattamento di grado 3/4 hanno richiesto l'interruzione della terapia rispettivamente nel 6,3% e nel 7,0% delle pazienti.

Gli eventi avversi sintomatici più comuni sono stati: nausea ( 12,0% con Ribociclib più terapia endocrina versus 27% con chemioterapia ), vomito ( rispettivamente, 7,1% vs 30,0% ) e diarrea ( 2,7% vs 26,0% ).

In conclusione, i risultati dello studio RIGHT Choice hanno evidenziato che Ribociclib più la terapia endocrina come terapia di prima linea può rappresentare un'opzione di trattamento efficace e clinicamente rilevante per le pazienti con tumore alla mammella aggressivo in stadio avanzato, evitando la necessità di ricorrere alla chemioterapia, con le tossicità ad essa associate. ( Xagena_2022 )

Fonte: San Antonio Breast Cancer Symposium ( SABCS ) 2022

Xagena_Medicina_2022